Trieste, 13/5/2014
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PUBBLICA PRESENTAZIONE DEI VOLUMI “COSÌ HO VISSUTO-BIOGRAFIA DI UN SECOLO” DI TATJANA ROJC CON BORIS PAHOR E “IL TESORO D'ITALIA” DI VITTORIO SGARBI, ALLA PRESENZA DEGLI AUTORI
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SABATO 17 (ORE 19), LETTERATURA E ARTE AL RIDOTTO DEL “VERDI” (VIA SAN CARLO)
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Una prestigiosa serata di letteratura e arte avrà luogo questo sabato, 17 maggio, con inizio alle ore 19, alla Sala del Ridotto “Victor De Sabata” del Teatro “Verdi” (ingresso da via San Carlo).
Co-organizzato dalla casa editrice Bompiani di Milano, dalla Fondazione Teatro Lirico "Giuseppe Verdi", dal Lions Club di Duino Aurisina e dal Circolo Culturale e Sportivo Ajser 2000 pure di Aurisina, con il patrocinio del Comune di Trieste, l'evento prevede la pubblica presentazione contemporanea di due volumi e l’incontro del pubblico triestino con i rispettivi Autori. Verranno così proposti e illustrati i libri “Così ho vissuto - Biografia di un secolo” di Tatjana Rojc con Boris Pahor quale “guida” e testimone di un’epoca e “Il tesoro d'Italia – La lunga avventura dell'arte” di Vittorio Sgarbi. Due testi diversi tra loro ma accomunati da un fondamentale intento di messa a punto culturale e storica della realtà, oltre che dall’essere entrambi pubblicati dalla medesima casa editrice, la prestigiosa Bompiani, ma anche, certamente, dalla comune matrice o dal forte legame con la nostra Città di tutti e tre i protagonisti della serata. La quale avrà anche una “chicca” introduttiva in musica a cura della Fondazione “Giuseppe Verdi”, con la partecipazione del M° Stefano Furini, primo violino di spalla del Teatro. Nel corso della presentazione della manifestazione, oggi in Municipio, l'Assessore alla Cultura del Comune di Trieste, ha illustrato le motivazioni del convinto appoggio dell’Amministrazione all’iniziativa, innanzitutto per la grande stima verso gli Autori, quindi per l’importanza fondamentale del messaggio da essi recato: Boris Pahor, “interpretato” da Tatjana Rojc, a rappresentare tutta la complessità di Trieste, davvero crogiolo – come ormai tutti riconoscono – di popoli e culture, ma per ricostruire il quale, dopo la distruzione della “casa comune” in cui tutti i nostri popoli abitavano in pace fino al 1914, ci sono voluti decenni e decenni di tragedie, esclusioni, sofferenze, lontananze, come Pahor ricorda a tutti noi. E appena adesso, questa “casa” la stiamo lentamente e finalmente recuperando; e poi Vittorio Sgarbi, in modo diverso ma anche lui, con la sua nuova guida alle meraviglie d’Italia e con la sua lunga appassionata opera in difesa del patrimonio artistico del Paese, a riaffermare il valore fondante e irrinunciabile della cultura, la necessità – anche qui – di un “recupero”, della “ricostruzione”, innanzitutto interiore, di una coscienza culturale e perciò civile. Con l’occasione, l'Assessore comunale alla Cultura, ricordando la prossima apertura del nuovo Museo “de Henriquez”, ha voluto rimarcare la necessità di un quanto più prossimo definitivo restauro della Biblioteca Civica “autentica casa della cultura della Città”, tra l’altro in una Trieste che è carente di una vera e propria Casa della Letteratura che invece ben si meriterebbe viste le nostre ben più che significative tradizioni e “presenze” in tal senso. Auspicando infine anche un adeguato recupero di tutto il “fronte mare” cittadino, da Palazzo Carciotti all’area di Campo Marzio e al prezioso Museo Ferroviario, considerando come lo stesso “profilo” delle Rive costituisca, anche simbolicamente, un primario elemento fondante dell’identità storico-culturale della città. Sono intervenuti quindi Piero Colavitti, portando il saluto di Vittorio Sgarbi “sempre disponibile a collaborare con grande affetto per Trieste, anche recando alcune proposte innovative”, Massimo Romita presidente del Lions Club di Duino Aurisina, e Tatjana Rojc che ha illustrato il nuovo volume su Boris Pahor sottolineandone la ricchezza, anche di corredi fotografici e documentari (vedi anche scheda qui allegata), ringraziando vivamente gli sponsor dell’incontro di sabato, la Fondazione CRTrieste e la ZKB-Banca di Credito Cooperativo del Carso, con l’apporto anche dal “Why not” di Sistiana. COMTS - FS SCHEDE Tatjana Rojc, nata a Trieste, studiosa di lettere slovene e letterature comparate, si dedica alla poesia slovena a cavallo tra Ottocento e Novecento e ad autori come Srečko Kosovel, France Balantič, Alojz Rebula, Miroslav Košuta e, soprattutto, Boris Pahor, che la considera l'interprete più approfondita della sua opera. Autrice di monografie, saggi e articoli critici in italiano e sloveno, ha collaborato in qualità di docente di Lingua e letteratura slovena e di Traduzione con gli atenei di Lubiana, Nova Gorica, Udine, Trieste e Roma “La Sapienza”. In qualità di autrice, sceneggiatrice e regista collabora con la sede RAI di Trieste e con la Radiotelevisione nazionale slovena. Boris Pahor, nato a Trieste il 26 agosto 1913, è uno dei maggiori scrittori sloveni di cittadinanza italiana. Durante la Seconda guerra mondiale ha aderito al Fronte di Liberazione sloveno ed è stato deportato nei lager nazisti, esperienza a cui ha dato voce in gran parte della sua produzione letteraria, in particolare nel capolavoro “Necropoli” (1967 - uscito in italiano a quarant'anni di distanza). Difensore della libertà e della dignità ha trovato negli umiliati e negli offesi i protagonisti della sua vicenda umana e della sua narrativa, come anche del suo pensiero storico e politico. E' autore di una trentina di volumi, fra narrativa e saggistica, tradotti in più di dieci lingue, tra i quali ricordiamo, appunto, Necropoli, Il rogo nel porto, Una primavera difficile, La villa sul lago, Qui è proibito parlare, Dentro il labirinto, Piazza Oberdan. L'edizione in italiano della monografia su Boris Pahor dal titolo “Così ho vissuto - Biografia di un secolo” di Tatjana Rojc, è il riadattamento della versione in lingua slovena con cui il prestigioso editore Cankarjeva Založba di Lubiana ha voluto onorare i cento anni di Boris Pahor. L'autrice ha condotto lo scrittore attraverso un racconto della sua vita riadattando una serie di incontri, proposti per i programmi in lingua slovena della RAI di Trieste, che sono il filo conduttore dell'opera monografica, corredata da una ampia contestualizzazione storica e letteraria fatta dall'autrice e da ricco materiale fotografico. Il curatore dell'edizione slovena Zdravko Duša descrive l'opera come “integrata dalle descrizioni fatte dell'autrice degli ambienti triestini e della presenza slovena nella città portuale che fu austro-ungarica e divenuta successivamente italiana”, e completata da passaggi, in parte sconosciuti o inediti, tratti delle opere di Pahor. Il Novecento è il secolo di Pahor: ne ha vissuto gli orrori e le conquiste, facendosene testimone per eccellenza. Il racconto della sua esperienza esistenziale è, dunque, un racconto etico e vivo, denso di avvenimenti e aneddoti che seguono un tracciato cronologico ma mai banale o scontato. Non si tratta dunque solo di una biografia ma anche della storia di Trieste, storia in cui si specchia la storia del Novecento europeo. Così, accanto alla storia viva, in presa diretta di Trieste, della comunità slovena e delle altre comunità che arricchivano e in parte arricchiscono, la città, accanto alla cronaca della disgregazione dell’Impero asburgico, della Grande guerra, dello squadrismo e del fascismo, Boris Pahor racconta la sua crisi esistenziale, l’esperienza della guerra in Africa, l’adesione al Fronte di Liberazione sloveno e la conseguente deportazione nei lager, il difficile ritorno alla libertà e alla vita. Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara. Critico e storico dell’arte, ha curato numerose mostre in Italia e all’estero, è autore di saggi e articoli. Nel 2011 ha diretto il Padiglione Italia per la 54a Biennale d’Arte di Venezia. Per Bompiani ha pubblicato Il bene e il bello (2002), Dell’anima (2004), Ragione e passione. Contro l’indifferenza (2005), Vedere le parole (2006), Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi (e ritorno) (2008), L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore (2009), Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri (2010), Le meraviglie di Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri (2011), Piene di grazia. I volti della donna nell’arte (2011) e L’arte è contemporanea (2012). “Il tesoro d’Italia - La lunga avventura dell'arte” è una guida alle meraviglie nascoste d’Italia, la storia dell’arte raccontata di paese in paese, attraverso i grandi capolavori e gli artisti meno noti. L’Italia è un Paese ricco. L’Italia ha un tesoro di inestimabile valore. Ed è un tesoro diffuso, capillare, democraticamente disperso ogni due chilometri quadrati del suo suolo. Ma gli italiani non sanno di averlo, questo tesoro. E, non sapendolo, lo sciupano. Vittorio Sgarbi è tra i pochissimi, forse l’unico in Italia, a poterne comporre una mappatura attenta, precisa, di villaggio in villaggio, con il suo consueto stile, elegante e chiaro, personale, persino diaristico, sempre e comunque avvincente. Oltre 40 artisti, alcuni notissimi, molti pochissimo noti, delle vere e proprie scoperte. Tutti tesori che Sgarbi perlustra e racconta. Ne esce non solo una “cartografia del cuore” ma una ragionata e cronologica storia dell’arte, come mai è stata raccontata, che in questo volume si sofferma sui secoli XI, XII, XIII, XIV. “Il tesoro - La lunga avventura dell’arte”, dunque, è strumento per chi vuole conoscere il nostro Paese, per chi vuole conoscere l’arte, per chi vuole, semplicemente, ad apertura di pagina, decidere di vedere quale tesoro si “nasconda” dietro l’uscio della propria casa. Pahor in Sgarbi za isto mizoV soboto, 17. maja, v mali dvorani Verdijevega gledališča v TrstuNa srečanju bo govor o knjigi Così ho vissuto, ki sta jo napisala Boris Pahor in Tatjana Rojc (ARHIV)
Dva avtorja, dve knjigi, en založnik. Mala dvorana Verdijevega gledališča bo v soboto gostila prav posebno srečanje, ki ga bosta izoblikovala vidna predstavnika sodobne kulturne scene: Boris Pahor in Vittorio Sgarbi. Na prvi pogled zelo različna avtorja, ki pa imata marsikaj skupnega, na primer veliko ljubezen do lepote in Trsta.
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mercoledì 14 maggio 2014
SABATO 17 MAGGIO UNA GRANDE SERATA DI CULTURA
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